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Adolescenti tra sfide moderne e benessere psicologico: Come affrontare il disagio giovanile

Come stanno i giovani oggi? La pandemia ha lasciato segni profondi sul loro benessere? E soprattutto, come possiamo lavorare insieme alle nuove generazioni per aiutarle ad affrontare le loro difficoltà? Questi interrogativi sono stati il fulcro di una giornata di studio promossa da ATS Insubria e ASST Sette Laghi, tenutasi presso il liceo Ferraris di Varese.

Analizzare il benessere degli adolescenti

L’evento aveva l’obiettivo di sviluppare una visione condivisa sui bisogni di salute degli studenti, utilizzando i dati raccolti attraverso ricerche sui comportamenti legati alla salute tra i giovani delle scuole locali.

Ad aprire il convegno, il dirigente Marco Zago ha sottolineato l’importanza di riconoscere il disagio che molti adolescenti avvertono, uno stato che, se non affrontato con interventi adeguati, può evolversi in un vero e proprio malessere.

L’impatto della pandemia e della tecnologia

Gli interventi di Antonella Delle Fave, professoressa di Psicologia all’Università di Milano, e Claudio Tosetto, responsabile del Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze presso ASST Sette Laghi, hanno delineato una chiara immagine delle problematiche attuali dei giovani.

La professoressa Delle Fave ha spiegato come la pandemia abbia esacerbato i problemi sociali e aumentato l’aggressività tra gli adolescenti. Tuttavia, un altro fattore ha cambiato radicalmente le dinamiche delle relazioni giovanili: lo smartphone. “Lo smartphone è diventato un simbolo di accettazione sociale”, ha spiegato, “ma al tempo stesso ha un impatto negativo, limitando la concentrazione e la capacità di impegnarsi.” Questo fenomeno non riguarda solo i giovani, poiché anche gli adulti tendono a cadere nella dipendenza dallo smartphone, rinviando compiti e responsabilità.

Lo stato del benessere psicologico degli adolescenti

Gli studi mostrano che i disturbi psicologici sono più comuni tra le adolescenti. Tuttavia, quando si parla di benessere psicologico, è fondamentale non concentrarsi solo sulle performance scolastiche, ma anche sul contesto sociale e soggettivo degli individui. “La maggior parte dei giovani si trova in una fase intermedia, senza picchi estremi di soddisfazione o demoralizzazione”, ha spiegato la professoressa Delle Fave, riferendosi al naturale alternarsi di emozioni come euforia e noia, tipico di questa fase evolutiva.

Il contesto socio-culturale e il suo impatto

La situazione socio-economica gioca un ruolo cruciale nel benessere dei ragazzi. L’instabilità economica e la mancanza di risorse possono amplificare il disagio, e la pandemia ha ulteriormente accentuato queste difficoltà, soprattutto per i giovani provenienti da contesti meno privilegiati.

Il ruolo della scuola nel promuovere il benessere

Ma la scuola può fare molto per promuovere il benessere psicologico degli studenti. Delle Fave ha sottolineato l’importanza delle “sfide” – obiettivi calibrati sulle capacità individuali – che stimolano i giovani a mettersi in gioco e sviluppare le proprie potenzialità. “In ognuno di noi esiste quella tendenza al sublime che Kant descriveva”, ha aggiunto, “ma è essenziale rispettare le differenze individuali.”

Comportamenti a rischio: socialità, sostanze e gioco d’azzardo

Una recente indagine condotta dal dipartimento di salute mentale dell’ASST Sette Laghi ha coinvolto quasi 8000 studenti delle scuole medie e superiori del Varesotto. I risultati dipingono un quadro chiaro: i giovani trascorrono molte ore al giorno online, utilizzando smartphone per chattare, guardare i social o giocare. L’uso della tecnologia, però, si estende spesso fino a tarda notte, con il 34% degli under 14 e il 52,5% degli over 14 che utilizza il telefono fino a tardi, con effetti negativi sulla qualità del sonno.

Sul fronte dei comportamenti a rischio, un giovane su quattro ha provato il gioco d’azzardo, attratto dal desiderio di guadagnare denaro o dal gusto della sfida. È preoccupante che molti di loro (il 50%) siano stati introdotti al gioco da familiari o conoscenti. Inoltre, nonostante l’età, il 41% degli under 14 e il 60% degli over conoscono luoghi dove è possibile giocare d’azzardo anche se minorenni.

Per quanto riguarda l’uso di sostanze, l’8% degli studenti delle scuole medie ha dichiarato di aver bevuto alcolici, con una piccola percentuale che si è già ubriacata almeno una volta al mese. Tra i più grandi, due studenti su tre hanno bevuto alcolici, e il 19% beve settimanalmente. L’uso di cannabinoidi riguarda il 18% degli studenti delle superiori, mentre una piccola minoranza ha provato cocaina o eroina.

Chi sono i punti di riferimento per i giovani?

Quando si trovano in difficoltà, chi cercano i giovani? Tra gli studenti più giovani, la famiglia, in particolare la madre, rappresenta il principale punto di riferimento. Tra i ragazzi più grandi, invece, il gruppo di pari età svolge un ruolo fondamentale.

Prevenire il malessere: un impegno congiunto

Il dottor Tosetto ha evidenziato l’importanza di un approccio congiunto tra scuole, famiglie e autorità sanitarie per prevenire il malessere psicologico dei giovani. “I giovani non sono solo il futuro del Paese, sono anche il presente”, ha concluso. “Dobbiamo mettere al centro delle nostre riflessioni il loro benessere, offrendo loro le risorse necessarie per affrontare le sfide di oggi senza compromettere il loro equilibrio psico-fisico.”